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I paesi del comune di Carro mantengono la loro fisionomia rurale, corretta in senso moderno dalla presenza di attrezzature per un turismo quasi stanziale. Tra il morbido paesaggio di S. Margherita (il vecchio ponte, il borgo, le acque del fiume) e i paesini arroccati sulla cima di colline boscose, si incontrano coltivazioni, vigneti, ulivi, grandi e dense macchie di alberi, sentieri per passeggiate, il tesoro stagionale dei funghi, una riserva di acque chiare e pulite: le ideali condizioni di ambiente per offrire il bene di una sana villeggiatura, o di una gita, a chi vuole percorrere facili strade senza allontanarsi eccessivamente dalle residenze cittadine. Tuttavia certi borghi periferici - mucchietti di case nel verde - sono parzialmente abbandonati. Le abitazioni che non valeva la pena di riparare sono lasciate alla loro inevitabile decadenza; le cantine scavate nella roccia - come a Cerreta - sono vuote; le vecchie strutture domestiche, le pareti di pietra, i travi del soffitto di legno, le altane e le scale appaiono sovente come piccoli monumenti disabitati. Ma sono un insieme pittoresco, da fotografare e ricordare, prima che vada perduto.
Carro è al centro di una rete che consente i collegamenti attraverso la valle del Trambacco, dal Ponte di S. Margherita e da Sesta Godano, fino al valico occidentale del Colle della Mola e all'innesto con la rotabile per Castiglione Chiavarese e Sestri Levante, mentre a sud si può tornare rapidamente all'Aurelia e quindi alle direttrici verso il mare, e a nord alla strada del torrente Torza, per San Pietro Vara e Varese Ligure. La Podesteria di Carro e Castello dei secoli genovesi aveva le stesse dimensioni e lo stesso disegno geografico, " sul canale dei Travo, distante 10 miglia da Levanto ", con gli abitati di Castello, Agnola, Cerreta, Carro, Pavareto, Cerro, Ziona, Ponte S. Margherita, in un comprensorio "abbondante di castagni, con qualche olivete, boschi e pascoli", abitato da attive comunità di agricoltori. Nei tempi più antichi questa porzione di antiappennino costituiva il limite nord della espansione territoriale della Pieve di Framura, nell'area di preistorici stanziamenti dei Liguri. In epoca feudale Carro era il " borgo ", ammucchiato sulla strada principale del Trambacco, e più in alto era il vigile "castello" (il nome è rimasto ai paese odierno, già residenza podestarile), con le immancabili fortificazioni degli Estensi e quindi dei Malaspina e di altri.

STORIA

La storia è abbastanza confusa. Ci fu il periodo monastico, il dominio dei signori di Passano e la costituzione comunale con l'alleanza alla "Compagna" genovese. Il Castello fu anche posseduto dai Fieschi che, aiutati da Carlo d'Angiò nel 1271, ne fecero una munita base per le loro rivendicazioni locali contro la Serenissima Repubblica. La fortezza fu assediata, durante la rappresaglia ghibellina di Oberto d'Orla e i difensori, consci della loro inferiorità militare, la incendiarono e discussero, ritirandosi nel vicino caposaldo di Godano. Castello tornò così in mano ai Fieschi e poi ceduto definitivamente a Genova, e compreso, come Podesteria, nel Capitanato di Levante.

DA VEDERE

Carro Di un qualche valore artistico, la chiesa principale di Carro, visibile da lontano per il suo alto campanile snellito da una sottile guglia. Questa parrocchiale (di San Lorenzo), cinquecentesco rifacimento di una cappella di epoca anteriore, è notevole per una tela della Madonna del Carmino, attribuita a Domenico Piola e per altre opere d'arte. Patrono della chiesa e del paese è il Santo Antonio Maria Ciancili, nato a Cerreta di Carro il 12 aprile del 1789, da poveri contadini, fondatore della congregazione religiosa delle Figlie di Maria, dette "Gianelline". In un viottolo del centro storico, è la scultura a tutto tondo che chiamano "il vescovo", una testa con copricapo ed un mezzo busto segnato da una gran croce. Pavareto Noto per i suoi marmi, il borgo si raccoglie attorno al campanile di Sant'Andrea. Ziona E' la chiesa del Santissimo Nome di Maria, antichissima parrocchia; le vie delle colline sono punteggiate da oratori e piccoli santuari campestri, risvegliati almeno una volta all'anno dal loro solitario silenzio per accogliere processioni di fedeli. Una particolarità del territorio di Carro sono gli esemplari di arte paesana, scavati nella dura pietra quali diligenti decorazioni di portali e architravi o sculture dalle fattezze umane. Qui le "teste apotropaiche" - antichissimi numi tutelari che occhieggiano dai vicoli - sono un incontro ricorrente; un motivo artistico che da solo giustifica l'interesse dei visitatori. Castello La chiesa dedicata a San Giorgio martire (sul prospetto un moderno e colorato bassorilievo del Santo) fa da fondale ad una raccolta piazzetta cui si accede da un ventaglio di stradine interne. Proprio nella facciata di un edificio retrostante la parrocchiale, due teste "ad occhi spalancati" guardano il tempo e si fanno guardare come esempi di una misteriosa arte primitiva. Qua e là, ricavate in conci di arenaria e murate senza ordine presso porte e finestre, altre sculture vigilano i vicoli; e ci sono nicchie, fregi intagliati nella bella pietra grigia, scritte e simboli araldici, a nobilitare la rustica modestia delle vecchie case. Cerro Una grande testa stilizzata, dalla indecifrabile espressione, sta a guardia di un terreno coltivato lungo la strada Ziona-Mattarana. Agnola Hanno smurato dal prospetto di una casa cinquecentesca un'altra scultura a tutto tondo - un mezzo busto, un volto dal naso consunto sotto un berretto di pietra - e l'hanno isolata su un piedestallo nella piazzetta del paese dove si fermano le auto. Fatte le debite proporzioni queste primitive statuette della Val di Vara ricordano le gigantesche sculture tagliate nella roccia dai remoti abitatori dell'Isola di Pasqua e rievocano i simboli di tante civiltà entro e fuori del mondo mediterraneo. Non a caso sono conservate e custodite, tra gente viva e sapiente, che sa manifestare un saldo amore alla tradizione, come dettagli non secondari di un prezioso complesso paesistico.
Sul valico tra le valli del Petronio e del Torza si trova il Santuario della Madonna della Guardia. Il grande Santuario rinascimentale, costruito alla fine del secolo scorso e consacrato nel 1923, rappresenta una meta non soltanto mistica, per quel suo affacciarsi sul bellissimo e complesso panorama dei monti e delle valli.


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