Ultimo
abitato della riva orientale del Golfo dei Poeti, è abbarbicato sopra
una penisoletta rocciosa e degradante verso il mare. Nell'estrema punta
c'è la vecchia Chiesa dedicata a San Giorgio nella seconda metà del
XVI secolo, che domina una raccolta piazzetta contornata dalle case del
vecchio borgo murato con antistante uno scalo protetto da una diga
frangiflutti. Qui storia e leggenda si confondono: si narra che nel
luglio del 1660 il pirata Gallo d'Arenzano, giunto da Biserta in piena
notte con sei "galere", favorito dalla fitta nebbia, tentò di
assalire il Borgo. Marco Arzellino, che faceva la guardia di vedetta sul
campanile della Chiesa, per evitare di addormentarsi, si era legato la
fune della campana ad un piede; un improvviso colpo di sonno provocò il
suono della campana proprio nel momento in cui i pirati si accingevano a
sbarcare. L'allarme improvviso mise in fuga la piccola flotta e il paese
fu salvo. Da questo episodio nasce la leggenda popolare che in quella
ciorcostanza l'allarme fu dato da un enorme polpo emerso dal mare che si
attaccò alla fune delle campane. Il paese ora si espande oltre le
antiche mura e si prolunga, quasi senza soluzione, fino alla sovrastante
collina.
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