Portovenere è forse la perla più lucente del golfo spezzino poiché la sua bellezza ha una spiccata personalità che ne fa un paese unico, inconfondibile, completamente diverso dalle tante località balneari sparse lungo le riviere. Sicuramente l'immagine più incantevole di Portovenere la si ha arrivando dal mare, doppiando la breve penisola sull'estremità della quale si erige la romantica chiesa di San Pietro. Indescrivibile è la sensazione che si prova quando dietro alle pareti di roccia quasi verticali, comincia a vedersi il paese, colorato e vivace al modo classico dei paesi liguri. L'isola Palmaria che con tutta la sua prorompente bellezza protegge il canale, il colore e la limpidezza del mare, quasi irreali, l'atmosfera che si respira in questo antico e fascinoso borgo, sono sufficienti per comprendere le origini ed i motivi del suo nome.Arrivando lungo la strada che collega La Spezia a Portovenere, si ha uno spettacolo altrettanto bello, in quanto il cammino, inerpicandosi per bravi salite, raggiunge spesso la punta di minuscoli promontori dai quali la vista spazia su tutto il golfo.Prima di oltrepassare la porta che immette al borgo, si è colpiti dalla visione del Castello che giganteggia in alto, spingendo verso il basso le sue mura guarnite dalle tre belle torri che si ritrovano nello stemma del Comune. Al di là della porta si entra in pieno medioevo: si percorre infatti la strettissima via che attraversa il paese da un capo all'altro, sbucando infine nell'ariosa piazza di San Pietro che offre un quadro di rara bellezza, con le mura merlate a inquadrare sullo sfondo la solita incomparabile chiesetta di San Pietro. Dal basso proviene il continuo rumore del mare, mentre su tutto sovrasta ed incombe il monte Muzzerone, con l'enorme strapiombo sul mare, dal quale si diparte la lunga fuga di promontori delle Cinque Terre. Quasi ai piedi del Muzzerone il piccolo, incantevole cimitero di Porto Venere, scavato nel monte e come sospeso sulle onde che fanno corona di schiuma alla sottostante scogliera. Al di sotto, tra le rocce, s'apre la Grotta di Byron dalla quale — secondo la leggenda — il Poeta iniziò la traversata a nuoto del golfo, sino a San Terenzo.Passeggiando sul lungomare l'effetto coreografico non è da meno: il porto, l'indescrivibile odore del mare, il canto stridulo dei gabbiani, e un tocco di poesia, si mescolano ricreando un'atmosfera unica, il cui principale effetto è di trasmettere una sensazione di armonia e serenità.
COME RAGGIUNGERE PORTOVENERE
Il nostro consiglio è di raggiungere Portovenere in battello da La Spezia o da Lerici ma vi sono delle linee di battelli anche da Genova: oltre che essere un'ottima occasione per vedere l'intero golfo dal mare, è anche senza dubbio il modo più semplice e comodo per arrivare al paese. Infatti, per chi volesse servirsi dell'auto, i problemi dovuti al parcheggio, soprattutto in estate e primavera, appaiono spesso insormontabili. In ogni caso, per chi non potesse fare a meno dell'auto, si consiglia di parcheggiare al primo parcheggio che si incontra dopo Le Grazie e subito prima di iniziare la discesa (è ben segnalato): sebbene il tragitto per arrivare in paese sia lungo e, il ritorno, faticoso, esiste una linea di autobus che con una spesa minima evita una lunga camminata. L'autobus è un mezzo da tenere in considerazione: la linea è ben servita, ma in alcuni periodi dell'anno ed in alcune fasce orarie il servizio risulta insufficiente. In genere, il tempo necessario a compiere il tragitto La Spezia - Portovenere si aggira sui 30 minuti.
STORIA
Ubicata in posizione di chiara vocazione strategica a guardia del golfo di La Spezia, Portovenere, le cui origini si possono far risalire alla dominazione romana, fu importante base militare sino al XV secolo quando, distrutta dagli Aragonesi, iniziò il suo declino come borgo-fortezza. Agli inizi del Cristianesimo troviamo Portovenere al centro di una attiva vita monastica: prima del VI secolo viene infatti eretta, sul dirupato promontorio dell'Arpaia, la chiesetta di S. Pietro, posteriore tuttavia ai primi insediamenti monastici del Tinetto. Dopo varie vicende, Portovenere passò ai Signori di Vezzano che la cedettero ai Genovesi nel 1113. Nel 1116 fu edificata la chiesa di S. Lorenzo, consacrata da Papa Innocenzo II nel 1130, e nel 1139 si iniziò la costruzione, secondo rigidi schemi urbanistici, del borgo allineato sulla "via publica" dalla spiaggia al "Castrum Vetus". Solo nel 1161, con la costruzione in posizione dominante del castello fortificato, completato nel XVI secolo, e la chiusura della colonia entro le mura, Portovenere assume l'aspetto di borgo fortificato che è giunto a noi.
URBANISTICA
L'antico borgo, ridotto a un campo di rovine verso la fine del 1400, occupava l'area dell'attuale piazza Spallanzani; di esso sono rimaste solo alcune tracce da cui si può dedurre lo schema urbanistico a reticolo con case isolate. Nell'atto di cessione di Portovenere ai Genovesi furono inoltre stabilite norme per l'edificazione delle case-fortezza, le cui fronti non dovevano superare un determinato rapporto con la superficie. La palazzata, continua sul fronte a mare, è dunque costituita da una fitta serie di case a schiera che, non perfettamente allineate tra loro e chiaroscurate da sporgenze e rientranze, evitano, grazie anche alla policromia delle loro facciate, ogni effetto monotono al lungo prospetto. La tipologia dei singoli edifici è quella tipica della casa romanica genovese: essa presenta due accessi a livelli diversi ed indipendenti tra loro, l'uno dal mare l'altro dalla strada interna. Le scale, generalmente ripide, sono rettilinee ed attraversano l'edificio in tutta la sua lunghezza, i vani della parte al di sotto dell'asse stradale, meno profondi, avevano una sola apertura e i locali più bassi servivano generalmente da magazzini e rimessa per le barche. La parte superiore, adibita esclusivamente ad abitazioni, ha finestre su entrambi i fronti ma, data la notevole profondità, il vano centrale risulta buio. Il blocco compatto delle abitazioni è attraversato da anguste gallerie con ripide scale dette "capitoli" che servivano a collegare in modo rapido la marina alla strada centrale. Queste aperture non indebolivano il sistema fortificato perché erano facilmente difendibili, sia per le ridotte dimensioni dello sbocco sulla strada sia perché dotati di feritoie e caditoie.Un discorso a parte deve essere fatto per tutta la zona esterna al vecchio borgo. Purtroppo scelte discutibili delle precedenti giunte, dal dopoguerra fino a pochi anni fa, hanno fatto sì che il paesaggio sia stato pesantemente penalizzato dalle nuove costruzioni, realizzate senza alcun rispetto dell'ambiente e senza alcuna intenzione di mantenere la stessa tipologia edilizia degli edifici già esistenti. Un esempio per tutti è l'attuale palazzo del Comune.
DA VEDERE
La Chiesa di San Lorenzo, eretta nel XII secolo è stata più volte rimaneggiata; nel bell'interno sono raccolte opere del 1300-1500. Nella sacrestia si conserva parte del tesoro della cattedrale. Notevoli i tre cofanetti siriaci ed uno bizantino databili intorno al 1000. Poco più in alto rispetto alla chiesa di San Lorenzo, in bella posizione panoramica, si trova il castello, edificio fortificato costruito dai genovesi nel XIV secolo su strutture preesistenti, e rinforzato nel 1600. La chiesa di San Pietro fu realizzata nel XIII secolo in forme gotiche con parato murario a fasce bianche e nere; all'edificio è collegata l'antica struttura della chiesa paleocristiana. A fianco si erge un piccolo campanile aperto da bifore. Dal piazzale antistante si gode un magnifico panorama del borgo, della costa delle Cinque Terre e delle tre isole.
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