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Borghetto Vara  
 

Confinante col territorio di Pignone, sulle strade che conducono al nord della Valle, all'innesto del torrente Pogliaschina col fiume, è il capoluogo di Borghetto di Vara, altra tappa importante per la conoscenza del grande entroterra della Spezia.Anche quello di Borghetto Vara è un piccolo mondo a sé stante, dove predomina la natura e c'è posto per le cose, le immagini, i ricordi e i sentimenti. Gli aspetti moderni dei paesi - dove ci sono - non tolgono niente alla tradizionale fisionomia rurale del territorio, fertilizzato dalle acque del fiume e dei suoi affluenti secondari, tra pianura e collina. Il nome di Borghetto è già una indicazione precisa della sua antica funzione di "borgo" stradale, stazione di posta e rifugio ospitale per i pellegrini di un tempo.L' ubicazione ha condizionato la vita del paese. Nel bene e nel male, perché se il passaggio obbligato ha potuto favorire i commerci e le attività locali, ha anche provocato inevitabili scorrerie di armate in ogni tempo e i crudeli bombardamenti dell'ultima guerra che hanno sconvolto e semidistrutto il vecchio centro urbano.

STORIA

Nell'opera di Ubaldo Formentini, Borghetto è descritto come "stazione principale sulla moderna via regia postale dalla Spezia a Genova che sostituì l'antica e medioevale Aurelia. Su questa era stato una piccola mansione ospitaliera (Burgus Sanctae Mariae Magdalenae) sul tipo di quelle che lo precedettero, come Padivarma e Bocca Pignone. o lo seguirono sul corso della stessa via. Probabilmente il borghetto di S. Maria Maddalena non ebbe origini molto antiche, sviluppatosi soltanto sul finire del secolo XIII, allorché vi si trasferì una colonia di "cives brugnatenses" per esercitarvi una libera attività economica sotto l'egida della "Compagna" genovese ". Cioè per liberarsi dalle ingerenze dei vescovi-conti di Brugnato. Ma la separazione di fatto non ha escluso il dipanarsi di una storia comune, nell'alternarsi del potere degli Estensi - Fieschi e Malaspina - e di quello dei genovesi. Nell'alto Medioevo Borghetto dipendeva dall'importante centro curtense ed antichissima Abbazia dell'Accola, e fu filiale della Pieve di Zignago, tra i santuari e i castelli di Lago e Ripalta e Pogliasca, altra stazione sulla stessa via regia. Con la formazione dello Stato regionale di Genova, Borghetto fu Consolato dipendente dalla Podesteria di Brugnato, e quando Brugnato fu eretta in sede di Capitanato (dal 1607 al 1637) ne fece parte assieme ai comuni di Cassana, Lago, Pogliasca e Ripalta e ad altri territori a monte del Vara. Particolari episodi della storia di Borghetto valgono ad illustrare il coraggio e la fierezza della sua popolazione. Gli esempi più clamorosi si riferiscono, come già accennato nel precedente sommario storico, alla guerra di Genova contro gli Austriaci, dal 1745 al 1749, conclusa con la pace di Aquisgrana. Nonostante i preliminari dell'armistizio tra le potenze belligeranti e la conferenza tenuta a San Pietro Vara, gli austriaci avevano occupato Borghetto e Brugnato (uccidendo anche il canonico Giuseppe Antonio Imperiale) e si disponevano a proseguire la marcia, quando furono assaliti e messi in fuga dal popolo armato che inflisse gravi perdite alle truppe del generale Clerici. Al termine della tormentata guerra di successione, la Repubblica di Genova fu interessata ad una nuova divisione amministrativa e Borghetto restò compreso nel Capitanato di Levante, che divenne capoluogo del V Cantone - Giurisdizione del Golfo di Venere - al tempo della successiva Repubblica Ligure. Quando la Rivoluzione Francese fece innalzare gii alberi della libertà anche in queste riservate zone dell'entroterra, gli uomini di Borghetto li atterrarono, senza tanti complimenti, e "strapparono con violenza e disprezzo gli affissi decreti, tanto del governo che della municipalità, e li gettarono nel fuoco assieme ad alcune carte della costituzione. Poi condussero con sé, per forza, alcuni uomini di Brugnato a Bozzolo, a Cornice, a Pogliasca e a Cassana a fare lo stesso". Resistenti alle imposizioni altrui e tradizionalisti nel senso buono della parola, gli abitanti di Borghetto hanno dovuto sopportare un destino pieno di inquietudini e di eventi drammatici. L'Ottocento, sia pure all'ombra di Genova, fu un secolo ancora agitato dal passaggio di francesi, austriaci e inglesi, da costituzioni che tramontavano e si rinnovavano, indipendentemente dalle esigenze municipali, da disordini e da epidemie. Un'alluvione del Vara, nel 1852, e le piene dei torrenti Chicciola e Gravegnola, distrussero tre arcate del ponte di collegamento tra Borghetto e Brugnato, interrompendo il lento progresso dei paesi del fondo valle. Poi gli anni dell'ultima guerra furono una particolare tragedia per Borghetto, cercata e colpita dai bombardieri alleati. Nel 1944 fu distrutto il nuovo ponte sul Vara e le ripetute incursioni aeree uccisero numerosi abitanti e cancellarono il nucleo più antico del paese, con tutte le sue caratteristiche medioevali, e rovinarono la bella chiesa barocca di San Carlo, così che oggi ne resta soltanto il campanile, isolata e superstite memoria delle cose perdute. Nello sfondo di Borghetto, le strade, i ponti ed il fiume sono gli elementi protagonisti della storia. I viadotti della moderna autostrada appaiono, perciò, come un'ultima, inevitabile novità, capace, da un lato, di attivare utili correnti di traffico e, dall'altro, di far perdere al paese la sua fisionomia di stazione ospitale, lungo i vecchi itinerari A Borghetto Vara, tuttavia, i! casello autostradale rappresenta una porta aperta sulla pianura: un invito ad uscire per inoltrarsi tra le strade provinciali, su per Rocchetta o Sesta Godano, o a ripercorre un tratto di Aurelia, cercando ancora i san-tuari e i castelli, da Ripalta al Ponte di Carrodano, e nei deliziosi paesi della valle di Cassana, dove non mancano le attrattive paesistiche e le curiosità della natura, i richiami della storia e dell'arte.

DA VEDERE

Ripalta In questo paese le testimonianze del passato sono poche ma importanti. Il borgo e il castello e la chiesa di San Nicolò, già citata in un diploma di Carlo il Grosso, furono notissimi nell'alto Medioevo e costituirono un nucleo feudale degli Estensi nel XI secolo, rivendicato dai Malaspina e dalla Diocesi di Luni, passato poi ai signori di Vezzano, ai Fieschi e quindi a Genova. L'attuale parrocchia, rifatta sul preesistente edificio romanico del quale conserva alcuni pregevoli motivi architettonici, custodisce una singolare vasca battesimale, ad immersione, scavata in forma ovoidale nella dura arenaria, proveniente dalla distrutta chiesa di S. Salvatore di Ortara - una località tra Ripalta e Bocca Pignone - e dipinti ed oggetti per il culto ereditati dall'antico ospizio di Bocca Pignone. La Valle Cassana  Oltrepassato il centro capoluogo di Borghetto, poco prima di Pogliasca, si può dirottare dalla nazionale e scoprire i paesi della Valle Cassana, i boschi e le piccole frazioni sperdute nel verde. Ecco Chiesa, Valle, Foce, Poggiolo, Corneto, Groppo di Cassana, Via (perché sulla "via romana"), le località Due Acque, Resciadora e Ginepro e le strade che collegano al territorio di Casale e Pignone. Le campagne hanno il colore degli uliveti, dei boschi di castagni e delle frammentarie coltivazioni di cereali. Ci sono cave di marmo rosso (che meriterebbero un migliore sfruttamento) e, nelle pendici orientali della valle si aprono le due grandi grotte naturali di Ginepro e di Cassana: la "caverna ossifera" di Cassana, cosiddetta dai naturalisti per l'eccezionale scoperta, fatta nel 1824, di fossili animali e di probabili tracce dell'uomo di Neanderthal; e l'altra, nelle immediate vicinanze,in località Resciadora, che è una cavità naturale da cui sgorga, per sei mesi all'anno, acqua di fonte e, per altri sei mesi un getto di aria freschissima, come da un segreto e misterioso condizionatore. Sulle numerose ville di Cassana vigila, dalla vetta di un'altura, la chiesa di San Michele che, assieme al castello, rappresentava un baluardo della Abbazia di Brugnato. Conserva strutture romaniche, un trittico rinascimentale e, nei pressi dell'edificio, è una fonte battesimale simile a quello di Ripalta e della stessa provenienza. Una leggenda locale vuole che gli abitanti di Cassana discendano da un "castellaro" ligure insediato lungo gli itinerari del Monte Pistone e comunicante con la Pieve di Montale di Levante. Lago Vi si trova il Santuario di N.S. di Roverano, un poco a monte dell'Aurelia, verso il Ponte di Carrodano. La chiesa sorge negli stessi luoghi di un sepolcreto di età augustea ed è meta di frequenti pellegrinaggi dai paesi del litorale e di tutta la Valle. Giovanni Petronilli, un altro spezzino che conosce ed ama l'entroterra provinciale, ne fa una precisa descrizione:"Libero, in cima ad una gradinata, è frenato nello slancio, da due tozzi campanili inseriti entro i fianchi dell'edificio ed emergenti dalla multipla lesena pocopiù sopra le porte. L'interno, a croce latina e ad una sola navata, ha due cappelle laterali. Nell'altare maggiore c'è una tavola cinquecentesca raffigurante la Vergine; la stessa icone che si rivelò a due pastorelle, allorché, in aperta campagna, seguivano un armento. La scena dell'apparizione è rappresentata con ingenuo fervore in un rilievo su lavagna, di epoca immemorabile, che si conserva nel Santuario.


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