vai alla pagina dei temi
  LA VAL DI VARA
  Beverino
Bolano
Borghetto Vara
Brugnato
Calice al C.
Carro
Carrodano
Follo
Maissana
Pignone
Riccò del Golfo
Rocchetta Vara
Sesta Godano
Varese Ligure
Zignago
 
  RICETTIVITA'
  Alberghi [1]
Ristoranti [1]
Ostelli [0]
Campeggi [0]
Agriturismo [3]
Affittacamere [5]
 
  VEDI ANCHE
  Santuari delle 5 Terre
Muoversi in Provincia
Scritti sulla Provincia
Musei in Provincia
Beverino  
 

Il territorio di Beverino comprende frazioni e ville diverse (fino alla punta meridionale di Corvara, vicinissima a Pignone), secondo una distribuzione amministrativa che risale al regno Sardo e che non tiene conto di antiche differenziazioni storiche. L'attuale entità amministrativa di Beverino racchiude, paesi carichi di testimonianze storiche e distribuiti in un comprensorio molto esteso, dal carattere essenzialmente agricolo, e movimentato dalle alture e dai corsi d'acqua tributari del Vara. Tanta ricchezza di acque, in una terra immune da inquinamenti e contaminazioni, giustifica il sopravvivere dell'agricoltura nelle zone pianeggianti e collinari meglio esposte e la fatica dei viticoltori, dei quali - pazienti e parsimoniosi - "gli altri" dicono, con un poco di ammirazione e di malignità: " Beverin, in fa grana d'uga ghe sta u vin ". Poi ci sono le attività delle industrie estrattive dal fiume, per il rifornimento di pietrisco, ghiaia e sabbia; la zona è molto nota ai pescasportivi; ci sono allevamenti di trote (vedi canale di Memola) e i torrenti riservano ancora la possibilità di qualche buona preda, tanto da attirare numerosi dilettanti, con canna e stivaloni di gomma (i quali, comunque, la voglia delle trote se la possono togliere negli allevamenti o presso gli attrezzati ristoranti locali), e di viaggiatori domenicali che risalgono i brevi percorsi dalla riviera e dalla Spezia.

STORIA

Le più lontane notizie del castello di Beverino si apprendono da un documento-convenzione del 1202, tra i marchesi Alberto, Guglielmo e Corrado Malaspina e il vescovo Gualtiero della chiesa di Luni, a proposito di confini territoriali. Le terre di Beverino furono in possesso ai signori di Vezzano, e oggetto di controversie tra i soliti feudatari fino al 1247, anno in cui la comunità stipulò una convenzione con Genova, aderendo al patto della " Compagna " e dichiarandosi fedele alle istituzioni della Repubblica. A differenza di altri castelli, il paese si governò da allora come comune libero, indipendente dalla Podesteria della Corvara, in forza di benevole franchigie e concessioni. Il patto con Genova fu confermato anche nei secoli successivi, in diverse occasioni (dall'imperatore Enrico, da dogi genovesi, governatori francesi ed altri) persino quando, sul finire del '400, si trattò di risolvere grosse controversie coi castelli viciniori. Una delegazione di notabili era andata sul posto (nel 1480) a svolgere le sue indagini ed aveva inviato una lunga memoria al signor Governatore e al Consiglio degli Anziani. " Previa visura della convenzione intervenuta nel 1247 tra gli uomini di Beverino e il Podestà di Genova, possiamo riferire che per decisione di Giorgio Adorno, in quel tempo duce, fu stabilito che gli uomini di detta università di Beverino saranno liberi da prestiti e tasse imposte ed imponendo dal comune di Genova; che i medesimi sono tenuti ad osservare ed eseguire tutto ciò che è scritto nella detta convenzione e che devono sottostare ai nuovi balzelli, ma li dichiariamo esenti dalle tasse preesistenti: che non possano essere obbligati ad arruolarsi nelle galee del comune di Genova".
Si deduce che con questa piccola riforma tributaria gli agricoltori rinnovavano l'onere delle imposte, ma potevano almeno vivere in pace nelle loro campagne, tra le acque dei torrenti, lontani da avventure marinaresche. Beverino fu una piccola piazzaforte a guardia delle principali vie di comunicazione verso la media Valle, con fortificazioni che avevano completato e potenziato il precedente "Castrovecchio". Possedeva autonomia comunale, aveva un ospedale ed una corte di giustizia e buone terre per le coltivazioni, ma le cronache dei tempi feudali riportano comunque episodi di inquietudini e di soprusi: uomini di Beverino che sconfinavano per disturbare il territorio di Cavanella, dominio malaspiniano, e viceversa gente di Cavanella che, nonostante il Vara di mezzo, ricambiava scorrerie e scortesie. Anche Padivarma, Castiglione e Bracelli fecero parte dei vasti possedimenti dei vescovi di Luni, nella bassa Val di Vara, ma con sorti diverse da Beverino. Padivarma è citato in diplomi imperiali del 1185 e del 1191, tra le pertinenze territoriali del vescovo Pietro. Il borgo aveva fondamentale importanza per la sua posizione all'incontro delle maggiori strade della vallata: quella che proveniva da Luni e Ceparana, seguendo il corso del fiume; quella che scendeva da Brugnato e si innestava alla " via regia " nei dintorni di Stadomelli, e quella che dal Golfo seguiva pressappoco il tracciato della attuale Aurelia, come è stato realizzato dagli ingegneri napoleonici. Un'altra strada attraversava il ponte di Padivarma (forse romano; oggi superstite nei pochi avanzi visibili tra il greto del fiume), venendo dalla riviera delle Cinque Terre, il Santuario di Soviore e Pignone.
All'amministrazione del Santuario rivierasco spettava la manutenzione dello stesso ponte e la cura dell'antico Ospizio di San Prospero. Proprio grazie a queste sue particolari funzioni stradali. Padivarma era compresa nella linea fortificata da Castiglione a Tivegna e a Bracelli, e quindi appetita ed acquistata dai Fieschi, conti di Lavagna, coi buoni uffici del Papa Innocenzo IV, e passata poi attraverso la trafila di diversi governi e signori, in definitivo possesso della Repubblica di San Giorgio. Per Bracelli, sorte comune. Come accertava Ubaido Formentini: " una "corte" di Bracelli è ricordata nel noto diploma ottoniano del 963, tra le antiche proprietà della Chiesa di Luni, e il castello omonimo, nato assai probabilmente da concentramenti della popolazione curtense diffusa in largo raggio, rimase sotto la tutela del Vescovo che lo infeudò agli OIdoberti di Pontremoli dai quali passò ai Fieschi nel 1245 e, prima ancora di venire venduto a Genova dal conte Nicolo Fieschi, nel 1274. si sottomise al governo della Repubblica per azione spontanea del comune locale". In documenti dell'Archivio di Stato di Genova ('"operazione fedeltà" del 1247 è così riferita: "Da parte del priore di Bracelli, sindaco di detto paese, riverentemente si riferisce al Governatore di Genova e al Consiglio degli Anziani che l'anzidetto paese ha concluso patti con la Repubblica di Genova, nei quali è espressamente stabilito che il detto Bracelli possa governarsi da sé, liberamente; che debba avere consoli propri che amministrino la giustizia tra i propri abitanti e che non possano essere colpiti da tasse ne dal Podestà di Corvara, ne da altro Magistrato ".
Corvara, appunto, è oggi la più eccentrica frazione di Beverino. Nata come filiale della Pieve di Pignone fece parte dei domini degli Estensi e fu infeudata agli stessi signori che ebbero anche il castello di Ponzò. Le date più significative della storia locale si riferiscono alla concessione della Corvara ad Obizzo Malaspina da. parte di Federico Barbarossa (1163); alla vendita a Genova (1211) fatta indebitamente da non ben precisati signori locali; al ripristino del dominio malaspiniano (1216); all'assedio da parte dei genovesi e alla pace del 1218, dopo la quale gli stessi malaspina prestarono giuramento di fedeltà alla " Compagna ". Quindi occupazione dei Fieschi in guerra contro la Repubblica e, da ultimo, la vendita di Nicolo Fieschi, nel 1271, per cui Corvara seguì le sorti di Genova quale podesteria. Il Vinzoni, nella descrizione dei domini di terre e castelli, compilata a metà del Settecento, citava la Corvara come " residenza del Podestà che vi governa in civile e criminale. Circa jus sanguinis è soggetto al Governatore della Spezia. Viene ogni anno eletto dalla Repubblica. E' borgo murato e vi si vedono le rovine di un castello e di un acquedotto lungo circa due miglia. Produce nel suo territorio vino, poco olio, quantità di castagne, boschi e pascoli e qualche biade ". Il territorio della Podesteria aveva, allora, questi confini: "da mezzogiorno con la Podesteria di Monterosso, con la Chiesanuova e Fontona nella valle di Levante; da levante col comune di Ponzò e col consolato di Bracelli e Padivarma del Governo della Spezia; con Prato e Stadomelli del Marchese Malaspina di Villafranca; da tramontana con la podesteria e città di Brugnato e da ponente con li consolati di Gazale, di Ripalta e Borghetto, del Capitanato di Levante".

DA VEDERE

Beverino Il vecchio centro di Beverino,dominante dall'alto di un colle la trama delle difficili strade e dei guadidella sua area, conserva le testimonianze di castello fortificato. Tra lememorie più monumentali e prossime al vecchio abitato, da cui prende il nome il comune, è l'antica chiesa di San Cipriano, sul Graveglia, che fu probabilmente la primitiva parrocchia dipendente dalla Pieve di San Prospero di Vezzano. L'edificio è parzialmente coperto alla base da depositi alluvionali del torrente: affiorano soltanto le strutture superiori, un massiccio oratorio e le forme romaniche dell'abside. Dedicata ai Santi Corneilio e Cipriano, la chiesa sopravvive come sussidiaria della attuale parrochiale di Santa Croce, a Beverino Castello, che, a sua volta, fu di origine romanica ma radicalmente rifatta intorno al Seicento. Padivarma Tra le strade ed i quartieri di aspetto decisamente moderno, è più difficile la ricerca e la scoperta di elementi monumentali. Rimangono i resti della chiesa medioevale di San Lorenzo (una delle parrocchie dipendenti direttamente da Vescovo di Luni) incorporati nel settecentesco edificio: la lunetta sulla porta maggiore, col bassorilievo risalente al VII o VIII secolo, che rappresenta il martirio del Santo, e gli avanzi di antiche mura perimetrali. Del borgo feudale, sommerso e devastato dalle ricorrenti piene, non resta che la memoria dei luoghi, e il nome di "piazza" dove probabilmente sorgeva l'Ospizio di San Prospero, aperto ai pellegrini e ai viandanti del Medioevo. Bracelli Sono visibili frammenti sparsi di anchità: la porta di accesso al borgo, i ruderi del castello, la vecchia chiesa di S. Maurizio, rifatta nel 1672, un tempo isolata fuori le mura del paese ed oggi al centro del cimitero; la parrocchiale odierna, sempre intitolata a S. Maurizio, che fu costruita all'inizio del XVII secolo, e l'oratorio di Santa Croce. Corvara Sono ancora visibili i resti del vecchio castello ed alcune memorie materiali dell'età antica, incorporate nella fabbrica della chiesa di San Michele, ricostruita al principio del XVIII secolo. Dall'ampio piazzale della chiesa ci si affaccia sul panorama del paese e delle case aggruppate, a scala, e circondate dal verde intenso della campagna. Una lapide murata nel prospetto dell'edificio fa risalire la fondazione della chiesa al 10 marzo del 1300. All'interno si conserva una singolare fonte battesimale con iscrizioni e decorazioni datate del 1400.


inizio pagina ^







 

home     |     cerca     |     segnala un sito     |     segnala un evento     |     contatti     |     credits     |     note legali